domenica 7 novembre 2010

ARTE , DESIGN e MASS MEDIA – I RUOLI DELL’ARTE NELLA CULTURA MODERNA

Quanto l’arte influisce sulla cultura popolare contemporanea? Quanto, una persona qualsiasi sa dell’arte? 
Agenzia Armando Testa, Bella Scoperta,
immagine pubblicitaria per una fiera automobilistica, 2006

Photocredit: engramma.it
Se andassi per strada e chiedessi ad un passante generico cosa ne pensa di Leonardo da Vinci, è probabile che, se il tale avesse letto Dan Brown, mi potrebbe rispondere: “secondo me, il tizio vicino a Gesù, è la Maddalena”, oppure potrebbe rispondermi semplicmente: “la Gioconda”. 

Gioconda Torno subito
Source: Art Wiki credit: Daff95
Più o meno lo stesso avverrebbe forse con Botticelli, Van Gogh, Picasso, Monet, Dalì, Mirò, Klimt, Magritte, Chagall, Caravaggio. Ma se chiedessi di Kandinskij, Klee, Mondrian, Ernst, Calder, Moore? O peggio ancora di Pollock, Duchamp, Klein, Manzoni (specificando Piero), Vedova, Fontana, Burri? E cosa succederebbe se chiedessi di Viola,  Christo, della Beecroft? Logicamente non ci si può aspettare che un non-appassionato d’arte conosca molti nomi di artisti moderni e contemporanei e che riesca ad associarli alle loro opere; non sarebbe nemmeno corretto, in qualche modo, chiedere a chicchessia di conoscere Faraday, Ampérè, Ohm, benché noi tutti oggi viviamo in un mondo che utilizza massicciamente apparati elettrici ed elettronici.
Photosource: Worth1000 contest Credit: Waleed Mushtaq
Tuttavia, come per gli studi e degli apparati di Volta, Ampéré, Fleming e compagnia, oggi siamo immersi anche dei frutti dell’arte. Che lo vogliamo o no, l’arte s’insinua nella nostra società in modo subdolo e strisciante.

Poche settimane fa, Nevruz Joku, cantante partecipante al programma RAI "Xfactor" ha cantato il pezzo dei Baustelle “Charlie fa surf”. 
Nevruz Joku
guarda il video
Source: nevruz.altervista.org
Tale pezzo è dichiaratamente ispirato all’opera di Cattelan “Charlie don’t surf”, la quale a sua volta, è ispirata ad una frase del film Apocalypse Now di Coppola pronunciata dal colonnello della compagnia aviotrasportata nella famosissima scena degli elicotteri che eseguono l’attacco sulle note della “Cavalcata delle Valchirie” di Richard Wagner. Charlie è l’abbreviazione della sigla-codice VC ovvero Victor Charlie = Viet Cong.
Così la TV ruba alla musica pop che ruba all’arte che ruba al cinema che ruba alla musica.
Charlie don't surf,
Maurizio Cattelan 1997
Photocredit: Maurizio Cattelan sito ufficiale
Non è la prima volta che i Baustelle citano un artista nelle loro canzoni, altro riferimento vi è nel testo di “un romantico a Milano” che riporto: “...Mamma / che ne dici di un romantico a Milano? / fra i Manzoni preferisco quello vero:Piero
Non è nemmeno la prima volta che Elio (e le storie tese), “allenatore” del citato Nevruz ha a che fare con Cattelan, sembra infatti che il cantautore si sia “sostituito” all’artista firmando autografi e rispondendo alle domande degli intervenuti in occasione della consegna del premio alla carriera del MAXXI a Cattelan.

Pubblicità acqua effervescente naturale
Fonte: www.repubblica.it IMMAGINI
Opera "Slim Venus"
Source: Worth1000 contest - credit: batthemadbat


Ma ben più esempi vi sono nel campo della comunicazione visiva: il “Chiasma” e la ponderazione delle figure umane dei Canoni greci sono state riprese dai fotografi pubblicitari e della moda; 
così come i vari simboli dell’arte sono stati utilizzati per veicolare un messaggio pubblicitario: dalla Venere del Botticelli, al David di Michelangelo; dalla Gioconda, all’autoritratto di Van Gogh.
photocredit: strangeart.it
Molte le rielaborazioni fotografiche di grandi dipinti utilizzate da moda e pubblicità: dal “quarto stato” di Pellizza da Volpedo, a “la libertà che guida il popolo” di delacroix.
Costume "alla Mondrian" della designer sara Schofield
Photocredit: Tracey Lee Hayes 
Hair & Make-up: Jodie Watts 
Model: JJ @ Viviene’s 
Shot: Geelong, Australia 
Per non parlare dei “loghi” che riprendono quasi al limite del plagio le composizioni di Mondrian, le grafiche che riprendono le morfologie, le armonie, i ritmi e le textures di Klimt, il dripping di Pollock o le pennellate di Tapies.

manifesto della Bauhaus
source: spazioldo.com
L’intera grammatica e sintassi della grafica moderna e del design recuperano gli studi di Klee e Kandinskij al Bauhaus; a questo proposito ho trovato significativa una frase di Kandinskij rivolta a Malevič: “se d’ora in poi ci prefiggiamo di tagliare tutti i nostri legami con la natura, [...] di accontentarci esclusivamente di combinare il colore con una certa forma inventata, le opere che creeremo saranno ornamentali, geometriche, non molto diverse a prima vista, da una cravatta o da un tappeto

Wassily Kandinskij, composizione 8 (1923)
 Olio su tela, 140 x 201 cm (55 1/8 x 79 1/8") 
Solomon R. Guggenheim Museum, New York
source: salonedegliartisti.it
In questo senso, nella ricerca della forma pura, o più precisamente, delle forme pure dell’astrattismo non vi era, come poi è effettivamente avvenuto, il germe del design e del graphic design? 
Bauhaus Information_Design_by_denzmixed
Ovviamente sì. Lo conferma la psicologia della gestalt ed il suo forte legame con quanto teorizzato in “Punto, linea, superficie” di Kandinskij.
Ma andando oltre alla ricerca morfologica, per fare due esempi, l’impressionismo ha aperto gli occhi sulla reale fisiologia percettiva dell’occhio umano: ovvero “a macchie cromatiche”; 
il cubismo ha speculato sul tempo e la relatività con l'idea della simultaneità del punto di vista in una sorta di anticipazione della teoria della relatività in campo fisico; 
Yves Klein, antropometria
source: exibart. com
l’arte performativa e la Land Art hanno aperto la via di ricerca sull’aspetto di “evento”, di partecipazione del fruitore e di invasione ambientale; concetti rivalutati poi a scopo pubblicitario in forme analoghe. E la lista, dall’inizio della prima forma d’arte preistorica ad oggi sarebbe molto lunga...
Christo Javacheff, Ombrelli Blu
source: writedesignonline.com
L’arte viene “mangiata” e digerita dalla comunicazione e dalla società ma per continuare ad essere se stessa DEVE necessariamente mantenere il suo status d’indagine filosofica ed espressiva svicolata dalla mera comunicazione, anche se poi potrà essere “digerita” e “riproposta” da essa.
Pablo Picasso 1962
credit:
Revista Vea y Lea
“[...] l’arte non è tata inventata per decorare appartamenti. Essa è un’arma di offesa e di difesa dal nemico.” Disse Picasso; e tuttavia oggi, il suo nome, la sua firma e le sue forme pubblicizzano un’automobile.


In definitiva quindi siamo “contaminati”. Ed anche una persona estranea all'arte che artisticamente non riconosce Kandinskij e che molto spesso risponde: “l’arte moderna non la capisco” è inevitabilmente coinvolto, avvolto e convinto da quelle stesse forme di espressione che non capisce.
Damien Hirst, L'impossibilità fisica della morte nella mente di un vivo
source: blog.libero.it
Ma il problema dell’uomo medio è che  non gli vengono forniti gli strumenti necessari per essere per lo meno introdotto, all’arte moderna e contemporanea, e dunque non lo si può biasimare, così come l'artista o l'amante dell'arte non può essere biasimato se non conosce Faraday, Maxwell o Dirac.
Henry Moore, at his finest
source: ffffound.com
Ma se l’arte è, per lo meno da un certo punto di vista, una sorta di laboratorio sperimentale di nuove forme di espressione, di nuovi orizzonti di significato, di nuovi modi di vedere la contemporaneità del mondo in cui vive (anche quando recupera il passato), e che dunque si debba sempre sempre in un’ideale frontiera affacciata su continenti inesplorati, ci si deve chiedere dove porteranno le nuove tendenze, se siano tutti validi sentieri oppure quali, delle tante vie, siano le poche che rappresentino il reale “passaggio a nord-ovest” dell’arte di domani.


Tony Cragg, I'm alive, 2003
source: archimagazine.com
Forse, guardando il panorama di prolificazione delle tendenze artistiche dagli inizi del novecento ad oggi, e dall’estrema frammentazione delle stesse in una sorta di nube composta da innumerevoli individualità protese verso direzioni apparentemente diverse, si potrebbe essere tentati di pensare che le ricerche si stiano disperdendo, e che non possano rappresentare una chiara linea o direzione. Molti dei giovani sono epigoni, parecchi dei maturi sono rimasti intrappolati in sé stessi, e dunque il cerchio si restringe. 
Picasso sosteneva che bisognasse “uccidere l’arte moderna” e che ciò significasse uccidere anche sé stessi se si fosse voluto realizzare qualcosa in futuro.
Da questo presupposto, mi chiedo quali potrebbero essere gli artisti capaci di fare qualcosa del genere. Probabilmente saranno loro, quei nuovi pionieri che scopriranno i passaggi a nord-ovest dell’arte di oggi e di domani.

1 commento:

  1. Gli artisti di un tempo, come il grande Michelangelo, lavoravano per il più importante commitente dell'epoca la Chiesa e le loro opere potevano essere così ammirate da tutti i fedeli. Oggi l'Arte Contemporanea non è più disponibile al popolo, ma "rinchiusa" tra mercato e galleria; è per questo che persino l'attuale Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Sandro Bondi, ammette di non capire l'Arte Contemporanea (lasciando però in rovina anche i grandi beni culturali antichi, vedi Pompei). Oggi mancano anche i luoghi di ritrovo fisici per la massa, ora che anche la Chiesa sta perdendo favori e credenti, i luoghi di raccolta significativi (escludendo i lughi di divertimento) diventano i blog, i social network. L'arte per diventare visibile a tutti dovrebbe entrare nella tv e nella pubblicità... (dove già si sfruttano gli esempi dei grandi nelle foto che hai inserito).
    L'Arte ha sempre avuto una funzione: rappresentare la realtà, esprimere la visione interiore soggettiva della realtà, fino a superare la realtà. Oggi l'arte forse non serve più, non ha più bisogno di essere etichettata. Le installazioni rappresentano un primo passo verso l'arte del futuro, perdendo anche il valore materiale dell'oggetto artistico immortale. Concetto, messaggio, essenza, suono, movimento e interazione questi saranno i nuovi strumenti... tagliamo la tela ed esprimiamoci con ciò che c'è oltre la sola immagine dipinta. L'arte diventa pura comunicazione non scritta, punto d'interazione tra artista e osservatore, dove l'osservatore potrà modificare l'opera dandogli il proprio significato. L'artista diventerà così punto di partenza per tirare fuori l'espressione dalla massa. Esistere in qualsiasi forma, che cosa è? ...Io semplicemente mi muovo, premo, sento con le dita, e sono felice, entrare in contatto con qualcun altro è quasi il massimo che posso sostenere...

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